"Questa pratica rende, seppure parzialmente, giustizia ad una delle più belle opere che possiamo ammirare nel suo genere, non solamente in Italia, ma anche in Europa, cioè la villa Pallavicini di Pegli. La villa unisce alla bellezza un'altra caratteristica, che per i tempi in cui fu inaugurata era veramente d'avanguardia. Il proprietario non realizzò il parco per il suo piacere personale e di pochi privilegiati, ma per offrirlo alla gioia ed al godimento di tutti i cittadini. L'inesauribile fantasia profusa da Michele Canzio, che allora era anche scenografo del Carlo Felice, e dei suoi collaboratori, è testimonianza del gusto e della cultura di un'epoca, ma pone in risalto come si possa in uno spazio relativamente scarso, dare adeguata ambientazione ad uno dei più ricchi musei botanici di cui possiamo disporre. I tre punti che hanno formato l'inizio del mio intervento di questa sera mettono in particolare evidenza quali siano oggi i significati alla visione generale con cui non solo il problema della Villa Pallavicini, ma di tutti i parchi in genere, debbano essere considerati dal punto di vista della bellezza, della conservazione della natura, dell'utilità sociale del godimento estetico e dell'elevazione culturale. Discende da tutto ciò la considerazione per me fondamentale che questa pratica, se da una parte colma una lacuna strutturale, sia pure in maniera ridotta e parziale, non acquista un vero significato se non si apre un altro discorso, strutturalmente più importante sul significato e sull'uso della Villa Pallavicini.
Ma partiamo dalla valutazione della deliberazione. Era ormai troppo tempo che si attendeva un lavoro di restauro, resosi ormai necessario, non solo per il deterioramento naturale, ma ancora di più per i gravi e continuativi atti di vandalismo a cui manufatti della Villa sono stati sottoposti negli anni passati e che continuano ancora oggi.
Pregevoli lavori di cura e di ripristino del patrimonio botanico sono stati effettuati negli anni passati e richiedono un'opera costante. Era logico pertanto che si provvedesse ai restauri di cui questa sera stiamo discutendo e sui quali formula le seguenti obiezioni.
Primo: è assolutamente rischioso impegnare tante energie nei restauri progettati se nel contempo non ci garantiamo che l'intero sistema di recinzione della Villa non sia effettivamente adeguato alle necessità, e non, come adesso accade, formato in alcune sue parti da modeste reti metalliche, facilmente valicabili da visitatori abusivi, diurni e notturni, allegri ed anche meno allegri, disposti alla poesia, ma talvolta anche al vandalismo. Quando c'è in casa della roba preziosa la prima cosa che si compra sono delle robuste serrature; è questo il primo invito che faccio.
Sul piano di restauro non mi pare che ci siano compresi né il castello, né le tombe. Tutto questo rende non solo parziale l'opera di restauro, ma priva di elementi caratteristici la parte alta della Villa, che si trova così diminuita nella sua potenzialità di valorizzazione, a meno che non vogliamo spartirci un po' di terreno con i giovanotti di cui sopra, noi di qua e loro di là.
Questa è un'ipotesi amena, ma ci invita tutti a porre mano a completamento integrale dei restauri di tutta la Villa.
Terzo: sulle somme a bilancio non ci sono rilievi particolari da fare perché mi rendo conto non solo che a lavori ultimati le revisioni di prezzi ci faranno balenare davanti agli occhi delle cifre sostenute, ma perché soprattutto nel restauro del Tempio di Flora e della Casa del Caffè la finezza e la difficoltà di lavoro nel restauro, unitamente alla difficoltà di trovare adeguati prestatori d'opera, non sono certo occasioni con cui si possano fare i conti troppo stretti.
Quarto: nel restauro degli edifici all'ingresso della Villa si tenga presente che ormai da moltissimi anni, e la pratica era stata avviata fin dalla precedente amministrazione di centro sinistra, il Consiglio di Circoscrizione di Pegli aveva chiesto il trasferimento della Sezione dei Vigili Urbani nel fabbricato attualmente sede temporanea di abitazione dell'ex custode. D'accordo che l'assessore ai Giardini non è d'accordo perché dice che questo edificio sarebbe molto più adatto se continuasse a essere sede di custode e luogo di raggruppamento dei visitatori in occasione di visite guidate, ma a questa obiezione si può, sempre rispondere che l'ambiente è talmente angusto per offrire alloggio a dei visitatori in attesa, e probabilmente sarebbe il caso di riprendere in esame se non sia effettivamente necessario e utile riportare i Vigili Urbani in quella sede.
Quinto: nel capitolato d'appalto, all'art. 15, al comma 5 c'é un particolare che non mi lascia del tutto tranquillo. In tale comma si consente alla ditta appaltatrice dei lavori di recintare i cantieri, e questo va bene, ma si permette anche che nell'ambito dei cantieri, possa diserbare e procedere al taglio di alberi, e questo non va bene. Se taglio di alberi dovrà essere necessario, dovrà però essere di volta in volta concordato con la direzione tecnica del parco, per tutelare in maniera più efficace la vera ricchezza della Villa che, a parte il Museo, è quella botanica.
Le quattro osservazioni che ho fatto mi attendo che non siano colmate di buone parole da parte della Civica Amministrazione, ma che ricevano puntuale impegno di assolvimento.
Ma veniamo al punto più interessante: una volta stanziati e spesi questi quattrini, cosa ne vogliamo fare di Villa Pallavicini?
Un libero passeggio per cittadini ignari o un'occasione di cultura da utilizzare adeguatamente? Per quest'ultima ipotesi,
d'altronde, meno male che ancora una volta provvedono i cittadini con il volontariato. L'assessore Guglielmino sa
benissimo che nel corso dell'ultimo anno scolastico decine di classi sono venute a vedere la villa, con visite guidate da
cittadini di Pegli — fra cui anche mia moglie — su iniziativa dell'associazione Rinascita di Pegli, in accordo con gli assessori
Guglielmino e Sartori. Ma tutto questo è, troppo poco, è necessario mettere mano al più presto a ulteriori
provvedimenti di utilizzazione della villa. Circa un anno e mezzo fa il Consiglio Circoscrizionale di Pegli aveva fatto una serie di
puntuali osservazioni sull'uso della villa, rivolte alla Civica Amministrazione, la quale ha risposto purtroppo tardivamente con
un documento alquanto evasivo del 2 luglio u.s. a firma dell'assessore Guglielmino. Il Consiglio di Circoscrizione chiedeva che
si ponesse mano ad un progetto ragionato di uso della villa, fornendo in spirito di collaborazione costruttiva dei precisi punti di
riferimento che invito gli assessori competenti a rimeditare. Li ricapitolo brevemente:
unificare la direzione tecnica del parco del vivaio; modificare l'attività del vivaio per riportarlo alle funzioni originarie di
orto botanico; incrementare e ripristinare, specie intorno al castello ed alle tombe, l'impianto arboreo incrementando le specie
pregiate; realizzare una mostra permanente di materiale documentario della storia della villa, da sistemare in una sala del museo
archeologico; approntare e vendere, da parte del Comune, una guida storica della villa Pallavicini, guida storica di cui esiste anche
un'opera pregevole dell'arch. Cevini, che recentemente ha pubblicato un'opera di questo genere; completare la
segnaletica, specie illustrando le zone scenograficamente più interessanti; organizzare visite guidate, affidate a personale
comunale, preparando un discorso complessivo sulla visita, con partenza a ore fisse, senza però che il giro guidato sia
obbligatorio per i visitatori; riordinare e sistemare elementi di servizio, panchine, cestini per rifiuti, gabinetti, fontanelle con acqua
potabile; identificare luoghi adatti per posti di ristoro che si integrino nella struttura architettonica della villa; stabilire un orario
compatibile con gli scopi sopraccennati; stabilire, un paio di giorni alla settimana, l'apertura delle serre al pubblico; istituire un
biglietto di ingresso, ad esclusione dei bambini, pensionati, militari, scolaresche, con sconti per comitive, biglietto da istituire
appena completati i lavori di cui questa sera stiamo discutendo; fissare un servizio permanente di sorveglianza durante
l'apertura al pubblico ed un guardianaggio notturno; vietare l'ingresso alle autovetture, escluse quelle autorizzate di
servizio, e l'ingresso ai cani.
Tutti questi punti, se messi in atto, darebbero ordine e stile all'uso della villa, che verrebbe maggiormente valorizzato se poi nel corso delle visite guidate anche altre ville di Pegli ed altri musei venissero compresi in un'operazione organica e culturale. Tutto ciò inserito in un discorso che interessi anche da vicino la villa Doria così diversa come struttura e fini, ma complementare alla villa Pallavicini in una visione moderna dell'uso del verde pubblico. Nei prossimi anni la vita associata tenderà sempre di più a configurarsi in nuclei urbanizzati interrotti da spazi verdi, ma nella necessità crescente di una vita urbana gli spazi verdi dovranno avere la funzione principale di essere un elemento organico della città, quale condizione essenziale per l'uso del tempo libero, fine settimana, attività sportive e culturali, contatto con la natura, evitando con ciò quella fuga dalla città che comporta enormi costi sociali e congestioni di traffico che impediscono l'effettivo godimento del tempo libero.
È in questa visione globale che ho voluto questa sera sviluppare il discorso sulla villa Pallavicini, da un lato cercando di riempire di contenuti la delibera in discussione, dall'altro ipotecando un più ampio futuro ed auspicato discorso sui parchi urbani che dovrà essere affrontato non settorialrnente, ma per proporre una visione adeguata e globale del verde pubblico, bene essenziale per lo sviluppo della città".
"Dopo l'intervento del collega Soro voglio intervenire, proprio per precisare alcuni punti e per chiarire a me stessa e agli altri colleghi alcune questioni relative all'uso e al restauro dell'intero complesso della villa Pallavicini.
Ho ragione di credere che l'assessore Drovandi, al quale la delibera compete, e l'assessore Sartori, risponderanno in proposito, sui singoli specifici problemi. Il mio intervento è volto soprattutto a chiarire alcuni problemi che concernono quel restauro conservativo e di funzione di uso di cui parlava il consigliere Soro e su questo sono d'accordo. Vorrei però portare l'attenzione sul fatto che quando noi parliamo di restauro e di riuso molto spesso pecchiamo un pochino di settorialità e molto spesso non siamo attenti alla coincidenza ed alla correlazione di queste due operazioni che sono assolutamente inscindibili. Ed è dal problema restauro, intendendo per restauro quello conservativo, che dobbiamo partire, proprio per considerare il problema del riuso, della utilizzazione a fini sociali di questo complesso, che è stato ritenuto un complesso di notevole bellezza, anche se, mi permetto di dire al consigliere Soro, che forse pecca un po' troppo di campanilismo, perché in Europa ci sono parchi certamente più belli.
Nell'ambito di una comune operazione di restauro, si intende fare per un parco, quello che è valido per qualsiasi operazione di restauro; quando noi interveniamo su una tela o su una tavola, prima di intervenire sullo specifico della pellicola pittorica, si interviene proprio su quelle che sono tutte le operazioni del supporto (per restaurare una tela interveniamo sulla foderatura e sul telaio, per restaurare una tavola interveniamo sul supporto con la parchettatura), per restaurare un parco penso che si debba prima di tutto intervenire su tutte quelle opere di supporto che fanno parte sia di quella recinzione, sia anche di tutta la struttura portante del parco, che sono le opere murarie che stanno dentro ed attorno al parco. Noi rischieremmo di aggiustare la casa, senza aggiustare i muri! Ecco perché io parlavo di restauro contestuale, cioè di tutte quelle operazioni che devono essere fatte tenendo conto del riuso. Noi non possiamo parlare del riuso, se non lo consideriamo legato a questo specifico fatto. Allora, prima dobbiamo interessarci di tutta quella operazione storica di cui il parco è testimonianza. Questi due problemi direi che sono interdipendenti. Noi tutti sappiamo che questo parco e il giardino sono enormi: purtroppo sappiamo anche che degli interventi esterni alla volontà della Civica Amministrazione sono intervenuti proprio ad aiutare il degrado di questo parco (mi riferisco alle due operazioni, quella del 1960 e quella del 1972 relative alla costruzione dell'autostrada che non ha giovato a questo complesso monumentale). Tuttavia questo complesso è integro, proprio nella sua sostanza, quindi è assolutamente necessario operare, proprio salvando questa integrità ed operando su questa integrità in vista del riuso.
Direi che tutte le cose che ha detto il collega Soro sono interessanti, ma solo se noi partiamo da questa visione, se noi riusciamo a capire, contestualmente, il valore storico di questo giardino. Lei parlava delle serre, dell'orto botanico, Lei diceva di portare là le scolaresche; ma non portiamole ad una visita guidata! Bisogna trovare una soluzione perché tutto non si riduca ad una passeggiata dentro il parco, ma sia veramente un uso conoscitivo di questo bene. Io penso che la popolazione di Pegli sia interessata a questo e in quel documento che è nato da una meditazione del Consiglio di Circoscrizione ci sono degli spunti interessanti, degli elementi molto utili. Non è il caso di mettersi a discutere il documento del Consiglio di Circoscrizione però sarebbe necessario intervenire in modo complementare, anche su questo documento per vedere come sia possibile realizzare quello che i cittadini di Pegli, coscienti di avere un bene interessante ed importante, sono pronti a realizzare. Penso che anche la Civica Amministrazione, soprattutto l'assessore Sartori, che potrà essere più esatto di me a rispondere su certi argomenti sia d'accordo. Io dico che siamo ugualmente interessati a prendere in considerazione il fatto del riuso, torno a ripetere, non scindendolo assolutamente da quello del restauro e facendolo in relazione a quello che è il rispetto del valore storico. Troppe volte diciamo "inseriamo questo, e questquot;altro" e troppe volte abbiamo fatto degli errori anche in questo senso."
"Vorrei ringraziare la consigliera Gavazza, perché mi ha risparmiato una parte della risposta.
Consigliere Soro, io capisco la sua preoccupazione per quanto riguarda le sorti del parco di Villa Pallavicini. Si dà il caso
che la delibera riguarda solo opere di restauro dell'edificio, del terrazzo e delle parti in muratura della villa. Quindi mi pare che
il suo intervento sia rivolto ad una legittima preoccupazione che la Civica Amministrazione affronti complessivamente i lavori di
restauro del parco botanico della villa Pallavicini. Ma sono due cose distinte e quindi non può trovare in me, che sono il
presentatore della delibera, l'interlocutore idoneo per dare risposta alla serie di domande e suggerimenti che Lei ha formulato.
In questo senso sono dispiaciuto, posso darLe una risposta solo relativamente alla delibera che ho avuto l'onere di presentare
questa sera.
Queste opere sono indispensabili e fatto importante è che gli interventi che noi andiamo a realizzare con queste opere di restauro non solo non compromettono quelle che sono le soluzioni definitive che riguardano la villa nel suo complesso, riguardano le opere murarie, le quali hanno dei pregi e l'ulteriore dilazionamento nell'inizio dei lavori può ulteriormente compromettere la situazione.
Teniamo conto che io chiedo a nome della Giunta l'autorizzazione ad approvare le opere e indire una licitazione privata. Quindi non siamo neanche ad approvare una trattativa privata. Io chiedo al Consiglio di essere autorizzato ad indire una gara d'appalto con la formula della licitazione privata per fare quelle determinate opere.
In questo senso i lavori che noi proponiamo di realizzare nella villa per quanto riguarda i manufatti sia una cosa abbastanza circoscritta, tuttavia indispensabile ed urgente che non pregiudica quella che sarà la sistemazione finale, auspicabile anche a tempi rapidi del parco, ma rappresenta, come diceva la consigliera Gavazza, un necessario supporto.
Quando ritornerà il consigliere Guglielmino segnaleremo il suo intervento affinché possa trarre dalle risposte che Lei ha avanzato elementi di valutazione per una delibera, per un impegno di lavoro, che riguarda la sistemazione del parco. Dal voto del Consiglio Comunale io ne trarrò elementi per dare una risposta ai delegati del Giardini, che io ritengo sia una proposta mal formulata, quantomeno immotivata quella di stralciare questo tipo di interventi, estremamente urgenti ."
"Per quanto concerne gli aspetti culturali e le proposte che vengono fatte per offrire alla città ed ai fruitori nazionali ed eventualmente non solo nazionali, questo grande bene culturale, (proposte che sono venute anche a me da varie parti, dal Consiglio Circoscrizionale, ad esempio), devo ripetere quello che ha già detto la collega Gavazza: bisogna intanto prendere atto che ci si muove in una direzione giusta, che è quella di dare l'assoluta priorità alle opere di restauro conservativo, perché altrimenti dare il via ad operazioni come sono queste proposte a rompicollo dal Consiglio Circoscrizionale, si andrebbe fuori tiro e non si farebbero quei passi graduali secondo un programma che l'Amministrazione si è dato, secondo quel taglio di tempi che credo sia necessario perché l'intervento di rivitalizzazione di questo bene importante per la città abbia un esito positivo.
Quindi dovrei solo aggiungere che per quanto riguarda la proposta di realizzare una mostra permanente di materiale documentario, è una proposta accoglibile. Bisogna premettere che il palazzo dove ha sede il museo archeologico dovrà essere oggetto di lavori di restauro e quindi non sarà sempre disponibile ad operazioni culturali oltre quella che è la conservazione, dato che quando si fanno dei lavori all'interno di una struttura noi sappiamo che questa struttura non può essere nella continuità della sua prestazione culturale. Approntare una guida storica: preciso che non esistono guide pubblicate dal Comune, esistono le guidine Sagep, che sono senz'altro degne di attenzione e di diffusione, ma devo anche rendere noto che esiste una normativa che impedisce al Comune di vendere guide o materiale di questo genere nei propri musei che non sia a stampa del Comune stesso. Così per quanto riguarda i pannelli illustrativi, i percorsi preferenziali che rientrano in un discorso più generale, che riguarda anche l'Assessore ai Giardini, così per quanto riguarda le visite guidate che sono già iniziate, d'accordo con il volontariato, con l'Associazione Rinascita di Pegli, che ha dato un grande contributo al recupero culturale di questo bene. Ma dobbiamo anche renderci conto che le stesse ragioni che tutti conosciamo e che sono state ripetute infinite volte, che impediscono la formazione di un personale specializzato, non solo, ma l'assunzione di nuovo personale, ragioni che impediscono il prolungamento degli orari dei musei, le stesse restrizioni ci impediscono anche di dare il via ad una serie di operazioni che sono qui suggerite in una linea di modello teorico, ci impediscono di dare lo slancio che vorremmo proprio perché ci sono degli ostacoli obiettivi che spesso, come in questo caso, non ci consentono di portare a termine progetti ottimali, ma solo quello di avviare processi, come questa delibera avvia.
Tutti auspichiamo che nel più breve tempo possibile, sia per quanto riguarda gli orari dei musei, sia per quanto riguarda l'uso della villa e la preparazione di quelle strutture che si richiedono per avviare verso questa riapertura nel massimo della sua funzionalità e con la massima valorizzazione del patrimonio che conserva, auspichiamo — dicevo — che sia riportato alla memoria storica e documentale dei cittadini, questo bene. Per tutto questo credo sia necessario un incontro tra gli assessori, per le loro varie competenze (ass. Lavori Pubblici, ass. ai Giardini, ass. al Patrimonio, ass. alla Cultura) perché, nella prospettiva, queste richieste che siamo in grado di accogliere, trovino, nella graduazione degli interventi, nella temporalizzazione giusta delle scelte, quella realizzazione che certamente non è possibile, se non a chi compie miracoli, adempiere in tempi molto brevi."
Comunque devo assolutamente respingere l'accusa di campanilismo per quanto bonaria che mi ha fatto. Quando ho osato dire che è una delle ville più belle d'Europa non ho detto che è la prima d'Europa. Quello che abbiamo valorizziamolo anche a parole, i genovesi sono sempre stati così abituati a valorizzare poco quello che hanno che poi nessuno dà loro più credito. Quindi, ripeto, Villa Pallavicini è una delle più belle d'Europa, mettiamocelo bene in testa ed andiamo a dirlo anche fuori da Genova.
Per quello che riguarda i restauri contestuali o non contestuali mi sembrava di essere stato chiarissimo quando ho detto: quando
avremo speso i quattrini di cui stiamo discutendo stasera che cosa ne facciamo della Villa? Allora occorre una serie di proposte da
prendere in esame successivamente ai lavori, altrimenti non avrebbe avuto senso mettere in funzione queste proposte prima che i
lavori stessi fossero stati terminati. Il fatto che le scolaresche vadano a vedere le serre non mi sembra limitativo; noi chiediamo che
tutti vadano a vedere le serre con le visite guidate in modo da capire quello che c'è in un museo botanico. Se un
museo non andiamo a vederlo con lo spirito di quello che va veramente a vedere, cioè compiere un'opera culturale, sia
pure avendo per oggetto l'osservazione della natura, perde la maggior parte del significato di una simile visita.
Numerose volte ho sentito dire dalla collega Gavazza che Villa Pallavicini riguarda i cittadini di Pegli. Villa Pallavicini non è
di Pegli, è di Genova, anche se è ubicata in una delegazione e gli abitanti della delegazione stessa possono avere
una mentalità municipale o di campanile. Ma è da questa aula che deve venire un elemento unificatore di tutta la
città.
Pertanto respingo l'ipotesi che la Villa sia di Pegli e non di Genova.
Circa ciò che ha detto l'assessore Drovandi sono d'accordo con lui in tutto, anche su di una cosa particolare che ha detto e cioè che il consiglio dei delegati deve fare il suo mestiere e l'amministrazione fa il suo. Evidentemente ci deve essere stato un ennesimo ripensamento perch´ una volta, forse, il consiglio dei delegati valeva di più di quello che vale adesso.
All'inizio avevo detto che è assolutamente necessario provvedere ai restauri che sono oggetto della delibera di questa sera io ho il piacere di esprimere il voto favorevole del gruppo della D.C. alla delibera in questione".
Esito della votazione della pratica: approvata all'unanimità.