LE API, IL CORTILE, IL MELOGRANO, LE PAROLE
Mediterraneo, luogo di passaggio,
crogiolo di popoli, cross–road di culture:
tutto ciò in un tempo passato.
Un tempo in cui gli individui si rispettavano
nelle loro proprie autonomie culturali,
le idee si intrecciavano, le fedi si confrontavano
dialetticamente, le identità degli altri arricchivano
la propria individualità.
In quel tempo, in Marocco, una comunità
coniava la sua moneta. Una moneta ricca
di allusioni, rimandi, segni, probabili tracce
delle diverse anime che albergavano nel seno
di questa comunità.
Aldo Mondino e Jessica Carroll, nel 2002, per la
Piccola Comunità Ebraica di Casale Monferrato,
hanno realizzato una grande stella di bronzo,
ispirata a quella moneta.
Una stella a sei punte, la stella di Davide,
il Maghèn David, alloggiata nel cortiletto
interno dell'antico portico.
Tutt'intorno sei api corteggiano la stella,
sciamano, danzano, la circondano in un
movimento rotatorio che porta polline e miele,
lasciando comunque segno di sé, coprendo
con il dolcissimo miele alcuni semplici sassi.
Poi, una delle api, si stacca da questo
fiore–stella, per andare a raccogliere le sensazioni,
la memoria, gli umori, i colori, i profumi che
l'albero della vita e della fertilità, il Melograno,
il Rimon, elargisce generosamente.
E così, grazie all'ape il Melograno moltiplica
mille e mille volte i suoi segni, dedicati a chi
in affettuosa amicizia li vuole ricevere.
E ancora: una delle api — ape in ebraico
si traduce con Dvoràh דבודח nel fecondare
l'albero della vita feconda il mondo
e si trasforma in Davar דבד
Dvoràh e Davar, sono due parole
che in ebraico si scrivono con le stesse lettere,
gli stessi grafemi; ma, inserendo la vocalizzazione
e cambiandone pronuncia, Dvoràh, diventa
Davar, diventa un suono ⁄ significato
che in ebraico sta per parola o cosa.
Con un gioco di parole tipico della tradizione
ebraica, che sottende un gioco di significati,
questo lavoro d'artista permette che l'Ape
operosa e dolce, impollini nel mondo,
riempiendolo di parole e di significati.
Perché le parole niente altro sono
se non il Nome delle cose, l'abito esteriore
della concretezza e dei fatti.
Le Parole, le Cose, le Api, sono ora il nome
di questo piccolo cortile: il Cortile delle Api.
Elio Carmi
30 ottobre 2008_Chesbvàn_5769 א״ חשן חשםײט